Questa NON è una guida seria. Non troverai nessuna lista con le “migliori moto 125”.
Quindi se ancora ti interessa, oggi ti parlo di un veicolo che, per me, non è solo un veicolo.
Oggi sono qui per parlare di Osvaldo.
Osvaldo è il nome che ho dato al mio 125, un Sim Jet per la precisione. Ed è uno scooter, non una moto.
E se devo essere onesto, non è neanche molto famoso come scooter, in due anni di utilizzo giornaliero a Milano, ho visto solo 2 persone con il mio stesso modello.
Il nostro primo contatto non lo definirei positivo… non volevo avere un mezzo che assomigliasse ad un Tmax dopo un lavaggio in lavatrice. Ma soprattutto, io desideravo una moto 125, non uno scooter.
Però si sa, le cose con il tempo cambiano. E sono cambiato anche io.
Osvaldo, un paio di dati tecnici.
Sprigiona la bellezza di 12,9 cavalli per un peso a secco di 135 kg.
Non è molto incoraggiante vero?
Diciamo che è un po’ distante dalle prestazioni… in generale. Arriva da 0 a 100 in quelli che credo siano 30 secondi perché dopo i 90 km/h il tachimetro sale al rallentatore.
La velocità massima che ho raggiunto è stata di 116 km/h in discesa, raggiunti in almeno 1 minuto.
Ha un antifurto a dir poco fastidioso, i freni non funzionano molto bene e il galleggiante della benzina ha qualche problema mandandoti in riserva quando mancano ancora 3 litri (il serbatoio ne contiene 7,5).
Non ha nessuna copertura dal vento e quelle poche volte che tocchi il limitatore, ti toglie di colpo 2000 giri facendoti credere di aver fatto un danno irreparabile.
Ma nonostante tutto ciò, è il miglior compagno di avventure che ho mai avuto.
Insieme le abbiamo passate tutte: lunghe corse attraverso la città, abbiamo preso pioggia, vento, caldo torrido e qualche volta anche la neve. Abbiamo vinto tantissime gare immaginarie con altri veicoli, grattato l’impossibile in curva piegando più di quel che potessi permettermi, e siamo arrivati ovunque volessimo andare; dentro e fuori la città, strade provinciali, statali, in montagna e… in autostrada.
E lui non mi ha mai mollato. Mai. Non ha mai ceduto di un millimetro, è sempre rimasto pronto. L’ho sempre trattato come se fosse una moto, e anche se non può raggiungere certe velocità o regalare la soddisfazione di un cambio di marcia fatto al momento giusto, si è sempre comportato a dovere.
Mi ha insegnato a stare in strada, a prevedere il comportamento degli altri, ad essere responsabile e a prendermi cura delle cose. Il primo articolo di questo blog, l’ho scritto pensando a lui (in parte…).
È stato con me nella buona e nella cattiva sorte, sempre pronto ad accompagnarmi nelle mie avventure e a portare un senso di libertà nella mia vita.
Perché alla fine, non è la perfezione che conta, ma i ricordi e il legame che si creano lungo la strada. E il mio Osvaldo, con tutti i suoi difetti, è parte integrante della mia storia e del mio cuore.
E perché l’ho chiamato Osvaldo? Sinceramente, non ne ho la più pallida idea, però Osvaldo lo Scooter Spavaldo suona bene, no?!?
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Alla prossima!!
PS. Il mio Osvaldo è nero opaco, non bianco come nella foto 🙂